Bambù gigante: guadagni e business

Revisione: 18 FEBBRAIO 2022

La coltivazione del bambù gigante in Italia rappresenta una opportunità, un business concreto. La Tigre Bambù impianta il tuo bambuseto di Madake e ti inserisce in una filiera ad alto rendimento, che sfrutta tutte le peculiarità di questa pianta.

I giovani germogli sono commestibili; i fusti, essendo cavi e a parete robusta, si usano come materiale da costruzione per eco architettura, abitazioni, imbarcazioni, interior design, per la fabbricazione di mobili, complementi di arredo; per la loro resistenza ed elasticità vengono impiegati anche per armare il cemento, anzi si può dire che il bambù è una sorta di acciaio naturale. Da ultimo lo sfruttamento per le biomasse a recuperare gli scarti di lavorazione. Posto questo largo utilizzo viene da chiedersi quali siano i guadagni che si possono realizzare con il bambù gigante Madake.

Il business del bambù gigante

I larghi utilizzi del bambù consentono di sfruttarlo pienamente, senza scarti, dal punto di vista commerciale. Dal punto di vista della resa un ettaro di bambù equivale ad almeno 20 ettari di boschi tradizionali, con la differenza che si pianta una sola volta e pur tagliando ogni anno il 30% della foresta, non pregiudichiamo il raccolto dell’anno successivo, in quanto ogni anno con la nascita dei nuovi germogli (turioni) la foresta si rigenera come e/o più dell’anno precedente, infatti il taglio annuale dei culmi più vecchi, stimola la nascita dei nuovi bambù. Il bambù ha delle caratteristiche ambientali e biologiche tali da generare solo positività per l’ambiente circostante e per il terreno.

Consideriamo anche l’enorme quantità di CO2 assorbita, in particolar modo dal Bambusoides Madake ed il notevole apporto di ossigeno. Oggi si sta sviluppando il meccanismo atto alla retribuzione dei crediti di carbonio, ovvero i carbon credit.

Questa ulteriore fonte di guadagno non era contemplata, la prendiamo come una piacevole sorpresa incontrata lungo il nostro cammino pioneristico.

Rendimento - Guadagno del bambù gigante per ettaro

La produttività e la resa di un terreno agricolo sono due concetti differenti. La produttività è la capacità di una singola piantagione (in questo caso il bambuseto) di produrre materiale in determinate quantità. Nell’ambito della coltivazione del bamb00 gigante per singolo ettaro, il bambù ha una produttività 5 volte maggiore del normale legno da costruzione o per riscaldamento. Inoltre cresce molto velocemente ed un impianto di bambù Madake riesce a svilupparsi in modo rapido e diventa redditizio in breve tempo. 

In secondo luogo la resa: la resa è quanto la piantagione rende in termini economici. Investire in bambù gigante Madake è conveniente perché una volta che la produzione inizia a stabilizzarsi e le piante hanno raggiunto altezza e diametro ideali, a partire dal sesto anno, parliamo di 10.000 euro per ettaro e la cifra è destinata ad aumentare nel tempo sia per la resa migliore delle piante, sia per il fatto che ci si inserisce in mercati più redditizi, sia perché lo spessore della parete delle canne di bambù Madake è  maggiore rispetto a qualsiasi altro bambù che può essere coltivato in Italia, questo significa che il taglio di un bambuseto di madake genera un peso e quindi una rendita maggiore rispetto alle altre specie. In più l’attività non richiede una grande manutenzione, il tempo da dedicare alla coltivazione è minimo e le spese di gestione contenute, ma la cosa più importante è che la pianta del bamboo madake è molto rustica, tollera quasi tutte le tipologie di terreno, attecchisce velocemente con riuscita al 100%, non a caso il Progetto BambuTigre vanta un tasso di mortalità sugli impianti realizzati pari a zero.

Il bambù è una pianta che per le sue caratteristiche biologiche è inserita all’interno di ogni programma di sviluppo sostenibile, ciò significa che è una pianta per il futuro, considerata in modo positivo sia dalla legislazione dei vari paesi, sia da tutti gli esperti di agronomia ed agricoltura. L’utilizzo a basso impatto ambientale coinvolge non meno di 1500 applicazioni, in pratica il bambù non ammette materiale di scarto. Si utilizza ogni elemento del bambù gigante, perché tutti, dal germoglio ai rizomi fino al culmo, hanno un valore economico di non poco conto.

Lo sfruttamento economico  del bambù gigante madake i dati a disposizione degli esperti sono inequivocabili:

Essendo una pianta che cresce molto rapidamente, il bambù ha un fortissimo impatto ambientale: assorbe alti livelli di biossido di carbonio, limita l’effetto serra, e soprattutto avendo una grande capacità di immagazzinare energia, come tutte le graminacee, è perfetto per la biomassa. La produzione di energia a partire dal bambù è vitale per molte economie, che attualmente stanno sfruttando i cereali – per esempio – determinando un aumento del costo della farina in alcuni paesi. La produzione di un normale bambuseto però va oltre la biomassa e la sua alta resa energetica. Si può guadagnare dall’industria tessile, dall’industria farmaceutica, da quella della casa – con l’arredamento, il parquet, i tetti e le pareti divisorie oltre la possibilità di realizzare carta con la cellulosa di bambù, non da meno  l’industria alimentare con i germogli.

  1. Le piante sviluppano decine di migliaia di canne (culmi) con una produttività per ettaro molto elevata dovuta al ciclo di crescita rapido e alla resistenza di ogni singola pianta della specie madake, che vive dai 20 ai 25 anni. Una nuova piantagione si rigenera in breve tempo rendendo il singolo ettaro continuamente produttivo per 80-120 anni.
  2. Le piante di bambù hanno una grande resistenza climatica (il Madake resiste fino a -18 °), si abituano al clima e sono in grado di svilupparsi bene in un clima come quello italiano, in cui c’è un’alternanza abbastanza netta tra stagione secca e clima continentale invernale.
  3. Una singola canna intera potrebbe dare un guadagno di 6-10 euro – si considera che le piante utili per il taglio sono  migliaia ogni anno. Si parla di 7500 culmi in un singolo ettaro che possono far decollare i guadagni in ogni direzione. Il germoglio può rendere 2 euro per kg.
  4. Il costo dell’impianto si assorbe in pochi anni, l’investimento è reso particolarmente sicuro dal fatto che la pianta – come già detto – è molto resistente inoltre i costi di impianto e di manutenzione sono minori se paragonati a quelli di un frutteto.

perché il madake? perché è un bambù made in italy certificato

Il MADAKE con la sua rusticità è la specie legnosa che meglio si adatta al clima italiano raggiunge diametri di 12-14 cm, ma ciò che lo rende VINCENTE è lo spessore della parete del culmo che risulta essere molto più spesso di qualsiasi specie coltivabile in Italia, ne deriva che il Madake è molto più concentrato, ricco di fibre, e di qualità legnosa superiore.

Lo spessore maggior si traduce anche in quantità di materia prima da tagliare maggiore quindi il valore economico a parità di superficie con altre specie è più alto.

 È un bambù made in Italy certificato, che consente di estrarre legno di grande qualità, che rappresenta maggiori margini di operatività per il coltivatore che vi investe tempo e terreno. Le opportunità di business con Bambù Tigre consentono di avere un ritorno economico continuo sul mercato, partecipando a un progetto che mette a disposizione una tavola rotonda con produttori e consumatori finali. 

Il progetto BambuTigre utilizza per la realizzazione degli impianti solo piante riprodotte in modo naturale nel proprio vivaio, piante che rispettano un alto standard qualitativo, esemplari consegnati in mastelli diametro 40 cm. con zolla di terra che ospita già numerosi rizomi maturi, pronti all’attecchimento e colonizzazione immediata.

Il progetto BambuTigre vanta un tasso di mortalità delle piante madri pari a zero.

Chi ritira il bambù? Ritiro e filiera sono garantiti da BambuTigre

A seguito delle numerose sperimentazioni da parte di vari enti e associazioni, come L’associazione Italiana Bambù e L’INBAR (International Network for Bamboo and Rattan) emerge chiaramente che la coltivazione del bambù gigante in Italia a campo aperto, offre eccellenti sbocchi sia come produttività, sia come qualità della materia prima ottenuta e con il madake anche come semplicità e facilità di gestione delle piante. 

LA Produzione Italiana rispecchia le caratteristiche sostenibili ed ambientali necessarie, permettendo di superare i limiti del prodotto importato, che fino ad oggi hanno frenato l’utilizzo di questa materia prima in Italia.

 

 

Infatti il bambù, durante le traversate oceaniche, chiuso nei container, perde notevolmente le sue qualità, venendo attaccato da muffe provocate dall’umidità, si aggiungono inoltre gli elevati costi di trasporto e quindi enorme dispendio energetico, con le rispettive problematiche ambientali, senza contare il forte disboscamento indiscriminato, presente nei paesi asiatici, con lo scopo di far posto ad impianti di bambù in monocoltura.

 

 

Il bambù, decisamente più forte, più resistente dei nostri legni più pregiati, dà la reale possibilità di implementare e snellire le numerose fasi produttive legate al legno, con conseguente e drastico contenimento dei costi della manodopera e dell’intero processo lavorativo, andando così a sostituire in molteplici impieghi il legno tradizionale, generando un’alta competitività economica e qualitativa nei confronti del bambù Asiatico.

 

 

La PAC, POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA, garantisce un alto valore aggiunto alla materia prima Italiana, in quanto molto attenta alla salvaguardia degli agrosistemi, puntando tutto sul rispetto dell’ambiente.

 

 

L’INBAR, che studia e promuove lo sviluppo delle economie legate al bambù ci comunica dati importanti: il valore mondiale dell’economia legata al bambù nei paesi produttori si attesta a più di 36 miliardi di dollari e la crescita è in rapido aumento, in Cina il valore della produzione del bambù in soli 2 anni è aumentata del 50%, passando da 13 miliardi di dollari a 21 miliardi di dollari, l’India addirittura è passata da 34 milioni di dollari a 4 miliardi di dollari.

 

 

Anche in Europa le importazioni del bambù hanno subito una crescita vertiginosa, analizzando solo il dato d’acquisto dei pavimenti in bambù notiamo un aumento del 50% sugli ordini, in soli 2 anni.

 

 

Questa breve analisi lascia emergere tutte le qualità necessarie ad avviare in Italia una filiera basata sul bambù, con un economia ad essa legata, capace di coinvolgere numerose realtà come: aziende agricole, società agricole, stabilimenti industriali, imprese di costruzioni, industria del lamellare, del tessile, della cellula, della cosmesi, del farmaceutico, addirittura l’industria dell’automobile andando a sostituire molti degli inserti in plastica ricavata dal petrolio con PLASTICA VERDE, ricavata dal bambù.

 

 

Tutto ciò non esclude che ad oggi per investire nel bambù bisogna trasformarsi in PIONIERI, riuscendo così a vedere nuovi canali d’investimento che ci renderanno presenti nella fase scottante di una rivoluzione verde, in cui tutto sta prendendo forma progressivamente, le sorti di molti investitori del bambù cambieranno radicalmente in modo positivo, da questo punto in poi ci serve convinzione, volontà e capacità di anticipare i tempi.

 

 

Chi garantisce il ritiro della produzione di bambù? Il Progetto BambuTigre naturalmente, questo è il core business del nostro progetto, non è la vendita delle piante!!!

MADAKE1

 

 

Ad oggi il mercato del bambù è praticamente privo di concorrenza perché solo il sud della Francia e l’Italia sono le zone vocate a questa coltivazione. Dovremmo aver paura dell’aggressività cinese, ma benché in Cina siano coltivati a bambù circa 3 milioni di ettari oltre ai 6 milioni di ettari naturali, la produzione non soddisfa le esigenze interne; al contrario saranno i produttori italiani a fornire i ristoranti orientali e ad esportare il legname in tutta l’Europa.

 

 

È facile che le piante a crescita rapida sostituiranno l’utilizzo delle attuali essenze legnose perché il bambù si rigenera tutti gli anni, mentre per gli alberi è necessario attendere 20 – 40 anni per procedere al taglio. 

In Italia una filiera del bambù MADAKE può: generare nuovi posti di lavoro, aprire nuove frontiere per l’agricoltura utilizzando anche i terreni marginali e meno produttivi, incentivare la ricerca scientifica italiana per lo studio di materiali innovativi e brevetti eco sostenibili, incentivare la sostituzione dei materiali derivanti dal settore petrolifero, come la plastica, con materiali altamente eco sostenibili e rinnovabili, a base di fibra di bambù e polimeri naturali, ovvero la plastica verde, già utilizzata dalla Mitsubishi, alla Fiat e dalla BMW per la realizzazione degli interni delle vetture, contrastare in modo decisivo il riscaldamento globale, grazie all’enorme riduzione di CO2, ostacolare l’importazione asiatica per ribaltare le sorti, infine risolvere i gravi problemi di erosione e dissesto idrogeologico presenti sui nostri territori.

domande e risposte coltivazione di bambù gigante in italia (2022)

Quasi in tutti i terreni.
Conoscere la composizione fisica del terreno, la sua tessitura è importante per la conduzione e lo sviluppo del bambuseto, fare le analisi del terreno ci consente di capire se il terreno è adatto ad ospitare una piantagione di bambù oppure no.Il macronutriente indispensabile per la pianta di bambu è l’azoto. Il PH ottimale richiesto in genere dal bamboo è tendenzialmente acido, tra 7,5 e 8, riscontriamo comunque un’ottima crescita sia nei rizomi che nelle canne.

Chiunque abbia un terreno irriguo incolto ed un minimo di tempo da dedicare alla manutenzione e gestione della piantagione, all’incirca servono 40 ore annue concentrate prevalentemente da Marzo a Settembre. Non serve avere esperienza nel settore agricolo e più che mai essere dotati di attrezzature agricole, ricordiamo che i mezzi agricoli sono necessari solo per la preparazione del terreno, dopo non servirà l’ausilio di attrezzature per la gestione del bambuseto.

L’elemento acqua nella piantagione di bambù è fondamentale.
Andranno effettuati 2 cicli di irrigazione a settimana, dando un centinaio di litri a pianta. Parliamo di 2000 lt a ciclo avendo 20 piante madri, 4000 lt a settimana. L’irrigazione inizia ad Aprile per poi terminare a settembre.
I mesi in cui assolutamente non deve mancare l’acqua sono Aprile, Maggio e Giugno, sapendo che a Maggio-Giugno il madake germoglia.
Per le prime 2 germogliazioni i quantitativi d’acqua saranno simili a quelli descritti in alto.
Dalla seconda germogliazione i quantitativi andranno ad aumentare in modo proporzionale all’espansione del nucleo vegetale in formazione, cioè da tutte le piante nate da una singola madre.
La quantità d’acqua richiesta da una foresta di Madake avviata, va dai 400 ai 600 metri cubi per ettaro.
I dati variano in base alla capacità di drenaggio del terreno, alla zona geografica e all’altitudine.
L’impianto d’irrigazione da realizzare è semplice, basta creare la linea di tubo lungo la fila di piante, per poi posizionare un punto d’irrigazione prima e dopo la pianta.
Sconsiglio l’irrigazione a goccia in quanto non bagna una porzione di terreno adeguatamente grande considerando la velocità di sviluppo dei rizomi del bamboo.

Il primo taglio si avrà tra il settimo e l’ottavo anno e da quel momento ogni anno si taglierà.
Il primo taglio rappresenta l’inizio di una nuova fase, quella produttiva, che in termini di quantità e redditività andrà a crescere con il trascorrere degli anni.
Non servirà più curare l’impianto in quanto avrà raggiunto una sua indipendenza per la crescita e lo sviluppo.
Resterà solo la potatura, quindi il taglio annuale dei culmi di bamboo che porterà a reddito l’impianto.
Il taglio annuale sarà pari ad 1/3 della superficie della foresta di bamboo.
Si taglia un terzo delle piante disponibili, perché questo è il giusto rapporto che fornisce lo stimolo necessario al bambuseto di madake per generare nuove piante l’anno successivo.

Iniziamo col dire che con piante troppo piccole si incorre in una serie di inconvenienti inevitabili che rallentano lo sviluppo e addirittura portano ad una percentuale molto alta di moria tra le piante madri stesse.
Le piante farebbero un enorme sforzo per contrastare tutte le avversità del pieno campo, i topolini rosicchierebbero le radici ancora tenere, il vento le potrebbe spezzare, ecc.
Le piante riprodotte in micro-propagazione poi sono penalizzate ancor di più, vengono da un’ambiente troppo protetto ma ancor peggio non si ha la certezza che questo tipo di riproduzione conservi le caratteristiche naturali della pianta.
Quindi consiglio sempre piante riprodotte in modo naturale e con una dimensione non inferiore ai 2 mt, facendo attenzione anche alla dimensione del mastello che non deve essere inferiore ai 30 cm di diam. così da vere maggior tutela sulla dimensione dell’apparato rizomatico e conseguentemente avere maggiori garanzie sull’attecchimento delle piante ed un immediato sviluppo delle stesse nel terreno.

Il bambù non è un albero, ma bensì un erba legnosa che dalla sua nascita (germoglio) riesce a divenire pianta adulta nel giro di soli 60 giorni, questo ciclo di germogliazione avviene una volta l’anno per un mese circa ad esempio nel Madake tale ciclo avviene tra Maggio e Giugno.

 

 

Ogni anno quindi vedremo il nostro bambuseto crescere e svilupparsi attraverso la germogliazione e di anno in anno assisteremo all’accrescimento dimensionale dei nuovi culmi (canne), infatti nasceranno canne sempre più grandi sia in diametro e conseguentemente in altezza.

 

 

Dopo la sua trasformazione in pianta il bambù ha bisogno di numero di anni (nel Madake 3 anni) per la maturazione in legno, trascorso questo tempo infatti  lo spessore della canna è cresciuto verso l’interno del culmo, conferendo forza e flessibilità al culmo stesso, che sarà quindi pronto al taglio e alla commercializzazione.

Le rendite da un bambuseto di Madake derivano principalmente dall’utilizzo del culmo di bamboo come materia prima legname, considerando le sue straordinarie caratteristiche qualitative, il Madake è idoneo sia per l’utilizzo del culmo grezzo per realizzare piccole strutture come gazebi, porticati ecc, sia per la realizzazione di prodotti lamellari come pavimenti, pannellature, travi lamellari ed altro. Considerando solo quest’utilizzo si può affermare che a regime un bambuseto di un ettaro ci dà una rendita di circa trentacinquemila euro annui. Vi sono poi altre forme di reddito in un bambuseto, ad esempio l’utilizzo del fogliame nel settore cosmetico, i rami per la produzione di cippato, il recupero del rizoma lungo i canali di contenimento della piantagione per realizzare la radica di bambu.

Questo nessuno può affermarlo con certezza, dobbiamo considerare però come possibilità, una variazione del prezzo sia in aumento che in diminuzione, in quanto da studi recenti è emerso che per l’Europa serviranno nei prossimi 35-50 anni coltivazioni di bambù pari a 35.000 ettari, oggi siamo a meno di 2000. Questa considerazione ci dà rassicurazioni sul mantenimento del prezzo per molti anni.

Sono molteplici gli aspetti da considerare. In primo luogo la specie di bambu presa in considerazione , in quanto ogni specie ha delle caratteristiche specifiche sia considerando l’aspetto qualitativo del legname che ne deriva, sia considerando la forma estetica della canna ad esempio regolarità tra gli internodi, regolarità nel diametro ecc.

 

 

Poi vi sono aspetti che riguardano la coltivazione, una giusta concimazione che non vada ad alterare la struttura della parete del culmo, una giusta cura nella gestione del bambuseto con potature mirate ad evitare una densità eccessiva che aumenterebbe la probabilità di avere canne con difetti estetici. In ultimo vanno considerati i trattamenti posto taglio che principalmente riguardano l’eliminazione di parassiti all’interno del culmo.

Avviare una coltivazione di bambu, oltre il costo per l’acquisto delle piante madri, richiede veramente poco investimento di capitali. I costi da sostenere sono per la lavorazione del terreno, quindi aratura ed erpicatura, circa 500/600 euro per ettaro utilizzando un terzista ed una linea di irrigazione che a seconda della tipologia della fonte idrica (pozzo, consorzio di bonifica ecc) oscilla per la realizzazione tra le 500 e le 1500 euro per ettaro.

 Il Progetto BambuTigre naturalmente, questo è il suo core-business e non la vendita delle piante madri!!!

Stiamo attenti!!!

Nulla è ancora legge! Sono ancora idee, supposizioni, iniziative di grandi colossi come Google, Amazon, ecc.

L’agenda 2030 ha tanti obbiettivi che si possono centrare con il bambù, sono fiducioso delle occasioni che si verranno a creare.

Ricorda però che mai inizi, mai potrai sfruttare tali occasioni!!!

 

 

Ritiriamo noi la materia prima da te prodotta - pensiamo noi alla commercializzazione

Siamo disponibili a rilasciare tutte le info utili per lasciarti comprendere se il bambù gigante fa al caso tuo!!!!

85 commenti su “Bambù gigante: guadagni e business”

  1. Salve, avendo dei terreni incolti e la possibilita’ di irrigazione, sarei interessato al progetto.
    Potrei avere un contatto diretto con un tecnico?
    Grazie
    Davide.

  2. Buongiorno,
    quindi se ho capito bene avviene la fornitura da parte vs. di piantine di bambu di 3/4 anni e quindi, visto l’inizio della produzione a 8 anni ci sarebbe da aspettare solo 4 anni per il primo taglio? e all’incirca quale è il numero di piante adulte necessarie per l’investimento in un ettaro di terreno? circa 30, se non sbaglio, giusto?

    1. Si Giovanni, effettuiamo la fornitura di piante madre e l’assistenza alla coltivazione.
      Se vuole contattarmi direttamente lo può fare al 3926251833

      1. Salve sono già in possesso di un impianto di canne di Bamboo onlymoso voleno sapere se era possibile la vendita o informazioni ho un pianto da 4 anni grazie

        1. Salve Ludovico, mi può chiamare al 3926251833. Non capisco cosa intende per vendita o informazioni. Sono aspetti di competenza della Onlymoso.

  3. Ciao patrizia vorrei sapere come sta procedendo e se hai già avuto una resa.. E se ti ritieni soddisfatta dell’investimento fatto

    1. Daniele Soave

      Salve Giuseppe, dubito che Patrizia risponda al suo messaggio a breve, a Patrizia non arriva una notifica.
      Però se scorre in basso nei commenti,alla data 11/01/2021 alle 00:33, Patrizia risponde a Maria che aveva posto una domanda molto simile alla sua, dato che dall’ 11.01 ad oggi sono passati solo 2 mesi, la situazione resta invariata sul campo, quindi resta invariata anche la risposta di Patrizia, che colgo l’occasione per ringraziare e salutare.

      Giuseppe ti incollo qui in basso il commento di Patrizia

      Patrizia

      Ciao Maria Teresa
      tutto procede secondo la tabella di marcia, il team di bambutigre segue la mia piantagione è presente e tutti i loro consigli si sono rivelati molto efficaci. Ormai dopo questi anni le piante madri hanno dato vita a boschetti di bambù con diametri oltre i 15 metri. Mi sento molto soddisfatta e aspetto con ansia il primo taglio.

      1. Buon giorno visto che sono attaccato dai cinghiali, è quindi ho intenzione di cominciare con una Pri. A esperienza volevo sapere quale tipo di bambù è più conveniente dato che vorrei Co. Incitare con metà ettaro.,datl che mi hanno dato delle radici già esistenti in zona, cosa mi consociate? Grazie e buona giornata.

        1. Michele può contattarmi al 3926251833
          Comunque i cinghiali non creano nessun problema, almeno con gli impianti avviati con le piante di bambusoides madake fornite dal progetto bambutigre. Sono piante grandi 2-4 anni di vita, hanno un ottimo apparato radicale e rizomatico quindi non temono nessuna avversità in pieno campo.

  4. Sicuramente una pianta interessante e sono sicuro che nel prossimo futuro farà da protagonista a varie filiere produttive ma il ritorno economico di chi oggi decide di investire é poco coinvolgente.
    A fronte di una resa LORDA per ettaro tra i 5 e 10k euro a partire dal 7o anno di messa a dimora. Forse non è la soluzione ideale a chi vuole lasciare il lavoro e dedicarsi a fare il coltivatore. Mi piacerebbe avere la vostra opinione in merito.
    Le royalties richieste a quanto ammontano?
    Grazie. Cordiali saluti

  5. Buonasera sono proprietaria di diversi ettari di terreni in Puglia.
    Alcuni vicino ad un canale dove, spontaneamente crescono canne di bambù.
    Vorrei maggiori informazioni per un eventuale coltivazione o fitto dei terreni

    Grazie Anna Maria Francavilla
    anna.maria.francavilla@ gmail.com

  6. buongiorno vorrei sapere quanti ettari di terreno ci vogliono x coltivare il bambù e i costi x avviare tutto

  7. buonasera possiedo circa 10 ettari di terreno,
    volevo sapere nel caso aderissi al progetto e il mio terreno fosse idoneo alla piantumazione, quanto mi verrebbe a costare la messa a terra delle piante e la lavorazione del terreno oltre ai 7500 euro per ettaro. grazie in anticipo

    1. Salve Federico,
      Tutto riferito a 1 ettaro

      ▪Aratura 200 euro [1 sola volta] (dipende dal terzista di zona)
      ▪Erpicatura 150 euro [1 sola volta](dipende dal terzista di zona)
      ▪Le buche x le piante 40x40x40 cm si fanno a mano di solito (20 X ettaro)
      ▪Impianto d’irrigazione da 300 a 500 euro [1 sola volta]
      ▪Concimazione (dipende dalle analisi del terreno)
      La concimazione mediamente incide 250 euro all’anno (min 50 euro Max 500 all’anno)
      Il concime si distribuisce a mano 2 volte all’anno (impegna una persona x 2 ore 1 volta)
      ▪Taglio infestanti 2 volte all’anno (impegna una persona x 4 ore 1 volta)

      Resto a disposizione
      Se vuole questo è il mio numero 3926251833
      Daniele

  8. Guiducci Giulio

    Salve, quanto è la superficie minima per aderire al progetto? L’ispezione iniziale del terreno e le dovute analisi sono a carico vostro?
    Grazie.

    1. Salve Giulio
      Scusi il ritardo per la risposta ma questo è il periodo in cui si lavora molto.
      Superficie minima 4-5mila mq.
      Il sopralluogo è gratuito, solitamente in questa fase prelevano con il cliente anche il campione di terreno che andrà analizzato.
      Analisi del terreno a carico del coltivatore, di solito hanno un costo di circa 100€.

  9. Salve, ho un terreno di circa 5 ettari che vorrei prendere per adibire a coltivazione bamboo… Il proprietario lo vuole affittare o vendere a basso prezzo… La mia famiglia ha un azienda agricola con olivi e vigneti e 1 ettaro incolto in più da adibire bamboo pe run totale di 6 ettari… Sono molto appassionato della questione diventato amante di questo meraviglioso legno ed dei suoi usi dopo un viaggio in Giappone…vorrei magari anche creare oggetti di arredamento, pensate che includere anche i processi di lavorazione del legno possa essere troppo ingente come spesa?… Ho 27 anni e penso che ci sia anche finanziamenti a fondo perduto a riguardo… Ho molte idee a riguardo, grazie

  10. Dispongo di circa 3 ettari di terreno in Abruzzo a circa 1000 metri di altezza, incolti da molti anni. Ci possono essere gli estremi per la coltivazione del bambù gigante, secondo il vostro progetto? Per inciso, due anni orsono abbiamo sperimentato su 100 metri quadrati di terreno la coltivazione dello zafferano, con eccellenti risultati. Non so se questa informazione può essere utile per il progetto Bambù. Grazie e buon lavoro. Piero Petricca

    1. Pietro
      come altitudine siamo fuori limiti di altitudine visto che si parla di un investimento.
      C’è una fonte idrica?

  11. Buongiorno, da qualche anno seguo l’evoluzione del mercato del bambù nel mondo. Sono italiano ma in Brasile ho un po’ di ettari di terreno che mi piacerebbe destinare al bambù. Potrei parlare o incontrare qualcuno con cui discutere di questa eventualità?
    Grato.

  12. Salve,
    Vorrei sapere aderendo al vostro progetto:
    1. Le piante messe a disposizione da voi, le impiantate voi nel terreno messo a disposizione dal nuovo socio?
    2. Verrete a fare dei sopralluoghi nel tempo X monitorare l’andamento delle coltivazioni, eventuali errori da correggere, irrigazione?
    3. Provvederete voi a stabilire il momento del taglio ed effettuerete voi il taglio delle piante che sono pronte? Provvedete al ritiro ? mi sembra di aver capito di sì.
    4. Tutto questo richiede costi aggiuntivi a parte i 7500 euro? E questa cifra di investimento iniziale è X ogni ettaro?

    Grazie

    1. Salve Sandro
      1. La piantumazione è a carico del coltivatore.
      2. Sono previsti sopralluoghi ed altri contatti per ovviare l’errore, è nostra premura non farne commettere.
      Irrigazione fondamentale, senza di essa non si può fare l’impianto.
      3. Noi daremo le tempistiche per il taglio che verrà effettuato dal coltivatore, noi provvederemo al ritiro.
      4. 7500+Iva 10% per ettaro.
      Costi aggiuntivi:
      Lavorazione del terreno (una volta)
      Messa a dimora (una volta)
      Impianto irrigazione
      Concimazione (annuale)
      Spesso idriche (annuale)

      Sign. Sandro la invito ad inviare richiesta per poi essere ricontattato oppure può chiamarmi al numero 392/6251833

      1. Quindi, a conti fatti, se il prezzo dell’investimento iniziale e le stime realistiche di ritorno non sono variate troppo dal 2017, anno riportato nel commento a cui sto rispondendo, e considerando che annualmente si deve pagare anche la tassa di possesso del terreno (ici o imu non so) i costi per, diciamo in media i primi 7 anni sono:
        – 7500 ,+iva 10% = 8250 euro;
        – fresatura terreno 500 euro
        – piantumazione ??? euro
        – impianto irrigazione ??? euro
        – spese di irrigazione c ca 300 x 7 = 2100 euro
        – spese di concimazione ??? x 7 = ??? euro
        – eventuali spese di manutenzione impianto di irrigazione ??? euro
        – visite alla coltivazione (se il terreno non è nella zona di residenza)
        – tasse ??? × 7
        Dell’ottavo anno, considerando la previsione realistica di ritorno che ho letto qualche commento sopra, i guadagni saranno:
        – 7500 meno 20 % vostra commissione = 6000 euro
        A cui vanno sottratti:
        – spese taglio
        – spese irrigazione
        – spese concimazione
        – spese visite
        – tasse
        – svalutazione

        Ora, probabilmente sbaglio, ma grosso modo la cifra da recuperare sarà di circa 15000/20000 euro e ci vorranno circa 4 anni, quindi si andrebbe in pari dopo circa 10/11 anni e dal successivo ci sarebbe una rendita di circa 4-5 mila euro/anno meno le tasse….se tutto va per il verso giusto….sono molto distante dalla realtà?
        Inoltre, il bambù soffre eventi come le violente grandinate che ormai stanno diventando sempre più comuni?
        Cosa prevede il vostro contratto in caso che la coltivazione subisca dei danni che rovinino le piante madri (ad esempio un incendio, una violenta perturbazione, ecc…)? Grazie, Federico

        1. Salve Federico,
          non è molto distante dalle realtà, bisogna analizzare meglio la sua situazione per affinare tutti i numeri.
          Forse le sfugge che la resa annuale cresce di anno in anno, non è sempre di 4000-5000 euro. Consideri che si possono superare i 20.000 euro con un ettaro, ma devono trascorre circa 15 anni di coltivazione.
          Penso sia meglio sentirci telefonicamente, può contattarmi quando vuole al 3926251833

  13. vorrei impiantare del bambu in un piccolo impianto di fitodepurazione vorrei sapere se e’ consigliabile impiantare o meno

    1. Francesco
      Ottima soluzione il bambù come fitodepurazione.
      A nostro avviso è la.migliore pianta da utilizzare in questi casi.

  14. giorgio porrozzi

    ho disponibile circa 5000 metri quadrati di terreno in pianura in umbria .si può fare qualcosa di interessante?quanto può rendere indicativamente?

  15. E’ molto interessante la Vostra guida sul MadaKe e leggendo le risposte sopra ho trovato ulteriori informazioni.
    Io posseggo del terreno in centro Italia, in zona orticola al livello del mare con suolo calcareo e con falda superficiale a un metro di profondità; chiedo se la specie si adatta alle caratteristiche descritte.
    Chiedo quali sono le quote di potenziale incasso previste in fase di produttività della piantagione per i diversi usi biomassa/legname/altro?
    Inoltre: è possibile avviare la coltivazione fornendo in partenza il solo terreno?
    Grazie

    1. Salve Gianpiero
      ringrazio a nome dei componenti del PROGETTO BAMBUTIGRE, apprezzano e ricambiato sempre chi avvalora il loro lavoro.
      La sua situazione è sicuramente da prendere in esame singolarmente, si necessita delle analisi del terreno e di un sopralluogo. Data la vicinanza non sarà un problema.
      Quando si parla di terreno calcareo si fa riferimento a un tipo di terreno nel quale il carbonato di calcio risulta presente in quantitativi superiori al venti per cento.

      Il calcare esercita un’influenza negativa rispetto a diversi elementi nutritivi come il magnesio e il potassio oltre ad incidere anche sulle caratteristiche fisiche del terreno, dalle quali dipende il deflusso dell’acqua all’interno del substrato.

      Il calcare tende a dare vita a una crosta superficiale che impedisce all’acqua e all’aria di penetrarla. Per questo motivo, l’ossigenazione dell’apparato radicale delle piante situate nei terreni calcarei e la loro germogliazione sono condizionate in maniera negativa dal calcare stesso.

      A riguardo della falda superficiale ad 1 metro….beh!!! Potrebbe essere fatale per il bambù, come per qualsiasi essere vegetale, non acquatico, che resta con l’apparato radicale immerso in acqua per molto tempo. I rizomi del bambù si spingono solitamente fino a 70/80 cm di profondità, il che non dovrebbe creare problemi se la falda resta al di sotto del metro.
      TUTTO DA VERIFICARE!!!!
      Il nostro sopralluogo è gratuito!
      Le lascio il mio recapito
      Daniele 3926251833

  16. Sono Andrea e volevo sapere se il consorzio e `interessato all`acquisto di bambù gigante visto che ho un terreno dove questa pianta cresce rigogliosa e di ottima qualità grazie

  17. Salve io sono sicuro del bambù perché già anni fa in un documentario parlarono del bambù confermando tutto ciò che è nell’articolo. Ma parliamo di cifre adesso. Quando ci vuole per partire all’incirca per un ettaro? Questo interessa ai lettori.
    Grazie il progetto è molto buono

    1. Buongiorno Ciro
      L’investimento per realizzare un ettaro di bambù gigante madake è di 7500€, che comprendono l’adesione al Progetto BambuTigre quindi oltre alla fornitura delle piante, tutta la nostra consulenza a 360°, visite e attività da svolgere annualmente, infine ritiro del taglio da parte nostra.
      Ciro se desidera approfondire maggiormente,senza impegno può compilare il form al seguente link in modo da ricevere anche una brochure informativa
      https://www.bambutigre.it/richiesta-contatti/

  18. Dalle nostre parti, Pavia, zona prettamente agricola, ci sono tante nutrie che mangiano
    tutto : riso, mais, soia, prati, basta che sia verde ! Gli piaceranno i nuovi germogli, cosa dite ? Grazie .

    1. Salve Giuseppe, considerando che i germogli dei bambù giganti da legno sono amari e fibrosi,potrebbero non piacere. Poi dal momento che spuntano impiegano pochi giorni per alzarsi a più di 20 cm. quindi diventa ancor più improbabile.

    1. Ciao Marco
      Dipende dalla portata del pozzo!
      Orientativamente si avranno bisogno di circa 500/800 metri cubi di acqua all’anno. Tutto dipende dalla zona geografica in cui si trova il terreno, dal tipo di impasto del terreno e dalla conformazione geologica del terreno.

  19. Alessandra Cimichella

    Vorrei acquistare delle piante per verificare il mio terreno, vorrei sapere quanto costa una piantina, le dimensioni e se il trasporto lo fate voi (quanto incide) o faccio venire il mio furgone.

    1. Salve Alessandra,
      non vendiamo piante di Madake al di fuori del progetto BambuTigre. Il taglio minimo con cui si può accedere a questo investimento è di 10 piante madri adulte su un terreno di 5000 metri quadrati con una fonte di acqua.
      Saremo noi a dirle se il terreno è idoneo oppure no, per fare ciò ci sarà un nostro sopralluogo, senza impegno. Se è interessata può chiamare al 3926251833 oppure può compilare il form al seguente indirizzo
      https://www.bambutigre.it/richiesta-contatti/

  20. Possono esistere regolamenti comunali, regionali o aree di tutela(paessasggstico, naturalistisco ecc) che possano impedire la creazione di un bambuseto su terreno agricolo ? Il vicino di terreno può impedire la crescita della piantagione che lo priverebbe ad esempio della vista paesaggistica e del sole? Grazie

    1. Salve Riccardo
      non ci sono normative particolari che impediscono la creazione di un bambuseto, esistono i vincoli di confine invece, dettati da normative vigenti nel comune di appartenenza, quindi basta rivolgersi al proprio comune per attingere informazioni a riguardo dei confini e distanze da mantenere dal vicino, che sicuramente variano in base alla zona di residenza (centro-periferia-campagna).
      L’unico modo che il vicino ha per impedire la crescita del bambù è ricorrere a metodi illeciti e scorretti, non so, potrebbe utilizzare dei diserbanti!!! Credo che per scongiurare qualsiasi atto intimidatorio, sia necessario realizzare una recinzione perimetrale e unita alla distanza che intercorre dalle piante (min. 10 mt.) dovrebbe farci sentire alquanto sicuri.

  21. Salve ho letto che la specie Phyllostachys pubescens sia una buona qualità e si può avere la produzione già al 4 anno con i germogli ad uso alimentare (quindi un guadagno) è vero?
    Grazie

    1. Salve Valerio
      Il Phyllostachys Pubescent o Moso è un bambù gigante tra l’altro come il Phyllostachys Bambusoides o Madake, entrambi sono ottimi in termini di prestanza fisica, resistenti a trazione e flessione in modo strabiliante, quindi sono ricchi di lignina e fibre, non a caso sono in grado di sostituire per l’ottanta percento il legno tradizionale.

      Il bambù gigante inizia a sviluppare dimensioni interessanti entro l’ottavo anno dalla messa a dimora, considerando ciò, il Progetto BambùTigre ritiene svantaggiosa la raccolta dei germogli prima del raggiungimento dell’obiettivo LEGNO, in quanto ci priveremo di culmi che avranno un costo maggiore dei germogli del quarto anno.

      Seguono altri svantaggi,

      le dimensioni dei germogli al quarto anno sono ridotte, quanti Germogli dobbiamo raccogliere per far si che “il gioco valga la candela”???

      I germogli del Moso e del Madake come detto all’inizio del discorso sono ricchi di lignina e fibre, questo ci costringe a raccogliere i germogli appena spuntano dal terreno, 2/3 cm., ciò significa che per raccoglie un germoglio lungo 10/15 cm. dobbiamo scavare nel terreno, cercare l’attacco del germoglio al rizoma, per poi tagliare. Quindi ci vuole un bel po’ per raccogliere un germoglio.

      Dopo la raccolta subentra il problema dello stoccaggio, visto che il germoglio di bambù è deteriorabile in pochi giorni a meno che non si abbiano celle frigo, vanno anche bolliti!!!!

      Quindi non dimentichiamo che parliamo di specie di bambù da LEGNO!!!

      Tra le migliaia di specie di bambù esistono anche alcuni bambù adatti ai germogli, in particolare il Vivax McClure ed il Dulcis, in questo caso i culmi delle piante però non servono a nulla, sono molto deboli, i germogli invece sono dolci e croccanti, si possono raccogliere anche quando spuntano 20 cm. dal suolo e possono essere consumati anche al momento, senza essere bolliti.
      Resta il problema dello stoccaggio.

      Valerio le ho illustrato in modo completo il quadro della situazione, a Lei le conclusioni!

      Se ci sono ulteriori domande può contattarmi al numero 3926251833

  22. ce scritto che ce liberta di mercato o te lo fai comprare dalla loro societa o te lo vendi tu … non è molto difficile

  23. E se volessi iniziare ma partendo dallo step ancora precedente, quindi dover comprare o affittare un pezzo di terreno, su quali tipi dovrei orientarmi?

    1. Salve Davide
      Per il terreno non è cosa difficile!
      Assolutamente non deve presentare ristagni d’acqua, durante i periodi invernali, che persistono più di una settimana.
      Bisogna avere una fonte d’acqua per far fronte alla stagione estiva, in particolar modo nei mesi di maggio e giugno,periodo in cui nascono i nuovi germogli.
      A riguardo di PH ed elementi, possiamo intervenire per correggere i valori, basta fare una semplice analisi del terreno ed i nostri tecnici svilupperanno un piano di concimazione ad hoc!
      Sono idonei i terreni con più scheletro, di medio impasto ed argillosi, ma non troppo, altrimenti si formerebbero dei ristagni d’acqua.
      Il madaKe preferisce il pieno sole

  24. Ho avuto modo di visitare l’impianto di questa società e devo dire di essere rimasta molto soddisfatta, piante molto grandi e molto distanti dalla pianta madre, risultati ottimi ottenuti solo dopo 18 mesi dalla messa a dimora dell’impianto, si iniziano già a notare le formazioni di nuclei verdi estesi fino ad un diametro massimo di 4,60 mt.
    Le piante sono forti e rigogliose devo dire decisamente un ottimo lavoro da parte di questi ragazzi che cercano di dire effettivamente le cose come stanno. BRAVI!!!
    Sono tranquilla a riguardo del mio investimento e mi sento in mani sicure, sono molto entusiasta ed impaziente di iniziare a vedere i risultati del mio bambuseto di BAMBU TIGRE MADAKE.

    1. Ciao patrizia , mi piacerebbe sapere come sta andando il tuo bambuseto ,dove si trova ? Necessita di molta acqua ? Grazie

      1. Ciao Marco, per sapere come va il mio bambuseto dobbiamo aspettare un po’!!!
        Pianterò ad inizio ottobre, sto aspettando la consegna delle piante.
        Per l’irrigazione invece c’è bisogno di molta acqua …..si! E’ necessario un impianto d’irrigazione.
        Ti farò sapere Marco, come saranno le piante e come cresceranno.
        Ciao

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        2. Ciao Patrizia,

          sono cresciute le piante? Hai raccolto i primi “frutti” della tua coltivazione? Sono quelli sperati? Grazie, Federico

    2. Ciao Patrizia,
      leggendo questo interessante post ho notato che ormai 4 anni sono passati dal tuo intervento.
      Come sta procedendo?

      1. Ciao Maria Teresa
        tutto procede secondo la tabella di marcia, il team di bambutigre segue la mia piantagione è presente e tutti i loro consigli si sono rivelati molto efficaci. Ormai dopo questi anni le piante madri hanno dato vita a boschetti di bambù con diametri oltre i 15 metri. Mi sento molto soddisfatta e aspetto con ansia il primo taglio.

  25. Salve a tutti, potreste gentilmente indicare una stima di guadagno netto in media annua su un ettaro di terreno, a distanza dei sei anni dalla realizzazione e quindi al primo raccolto?

    1. Salve Stefano
      la proiezione di guadagno minimo per un ettaro coltivato oscilla tra i 5000 ed i 10000 euro, al lordo delle spese, prendendo in considerazione la biomassa ed alcuni utilizzi dei diametri inferiori a 4 cm.

      Le spese di gestione dell’impianto sono minime,circa 300/500 € all’anno, più il 20% che la nostra società trattiene a fronte del ritiro della materia prima.
      Considerando il primo taglio tra il sesto e l’ottavo anno,ma da quel momento in poi avremo a disposizione un taglio ogni anno, consideriamo anche che di anno in anno il nostro taglio crescerà sempre di più come volume, come massa e quindi come guadagno.
      Stefano questo è lo scenario peggiore, quindi è come se stiamo gettando via il legno del nostro madake, nonostante tutto dal secondo taglio rientriamo con l’investimento!
      Affrontando filiere più remunerative il guadagno annuo sale fino a toccare la soglia dei 20000€ per arrivare anche a 30000€, ma preferisco mantenere i piedi a terra visto che sono stime, mentre il discorso dei 5000/10000€ è concreto! La filiera della biomassa ed il prezzo relativo esiste già, idem per gli utilizzi dei diametri sotto i 4 cm.

  26. Carissimi, sarei molto interessato alla vostra proposta. Avrei un terreno di circa un ettaro a terrazzamento, di tipo argilloso. Pensate che potrebbe fare al caso?
    C’è un investimento iniziale oltre al terreno?
    In quanto tempo pensate che potrei iniziare a guadagnare?
    Grazie per l’attenzione, Luca

    1. Caro Luca prima di tutto grazie per l’interesse!
      Il terreno deve essere drenante, non devono formarsi ristagni d’acqua persistenti. Se la percentuale di argilla non è spropositata sicuramente la sua presenza non guasta.
      L’investimento c’è, ed è sotto i diecimila euro, con cui si aderisce al progetto BambuTigre, usufruendo così della nostra esperienza, della nostra consulenza e delle nostre eccezionali piante di MadaKe, già alte un paio di metri e con apparato rizomatico già formato, in modo da iniziare immediatamente la colonizzazione del terreno.
      I primi tagli, quindi i primi guadagni, li avremo tra il sesto e ottavo anno, da quel momento in poi ogni anno avremo a disposizione il 30% di taglio.
      Gentilissimo Luca spero di essere stato esaustivo, la invito a visitare la pagina BLOG se ancora non lo ha fatto, questo invece è il link per ricevere più info e per avere un contatto telefonico con noi
      https://www.bambutigre.it/richiesta-contatti/

  27. Il bambù per le sue caratteristiche si può paragonare ad un altro infestante come si limita una piantagione? E se dopo qualche anno per qualsiasi motivo si vuole rinunciare è possibile ristabilire le condizioni precedenti? E soprattutto orientativamente a quanto si aggira il costo iniziale per ettaro?

    1. Salve Vincenzo
      l’espansione rizomatica del bambù viene contenuta attraverso la realizzazione di un fossato perimetrale profondo un metro e largo ottanta centimetri, in modo da poter monitorare l’uscita dei rizomi nel fossato per reciderli o per altre attività.
      È possibile ripristinare le condizioni originali del terreno anzi anche meglio, in quanto il bambù attua una sorta di depurazione su tutta la superficie interessata.
      L’estirpazione del bambù avviene con ripetute ed accurate arature ed il conseguente asporto di tutti i rizomi tagliati, operazione da svolgere nei periodi di massima siccità.
      L’adesione al progetto BambuTigre comporta un investimento inferiore ai diecimila euro.
      Attraverso questo link potrà ricevere le giuste informazioni
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  28. antonio radovani

    Commenti solo positivi alla lettura del contenuto del sito.Praticamente come si inizia? come si continua ? e come proceded nei dettagli la produzione e il ritiro del prodotto?Queste indicazione non sono riuscito a trvarle.C’è un contrato che viene rispettato o il solito compromesso all’iitaliana,come quello per i peperoni,pomodori e altro con le cooperative? Grazie per la risposta Antonio

    1. Sign. Antonio
      solo commenti positivi perché la produzione di bambù rispetta a pieno il nostro pianeta e gli esseri viventi presenti su di esso.
      Si inizia con un nostro sopralluogo per valutare le condizioni necessarie alla coltivazione del bambù gigante madake, analisi del terreno per effettuare le dovute ed importantissime correzioni al terreno, contratto di adesione al progetto BambuTigre e le dovute garanzie di attecchimento e il certificato della specie riprodotta naturalmente è non in laboratorio, messa a dimora piante a carico dell’investitore, affiancamento e consulenza per tutta la fase di coltivazione, ritiro della materia prima da contratto. L’investitore inoltre è libero di decidere a fronte della nostra richiesta se conferire a noi la materia prima oppure no. Se conferisce a noi si impegna per 2 anni.
      Il cotranto c’è, è serio e sopratutto è a misura anche dell’investitore, cerchiamo di formare gruppi di collaborazione per chi vuol essere parte attiva del progetto, in modo da poter entrare direttamente nel circuito.
      Non vogliamo escludere nessuno in quanto il mercato finale sta prendendo forma, si sta modellando e le occasioni di guadagno saranno tante e per tutti.
      NO POMODORI E PEPERONI….
      Grazie per il suo intervento Sign. Antonio

    1. Salve sono Andrea ho un terreno su un piccolo torrente dove il bambù è gia presente e vigoroso di enormi dimensioni può interessare al mercato ? Posso venderlo ?

  29. Il problema non è tanto la produzione, quanto la commercializzazione del prodotto. Non stiamo parlando di pomodori o di frumento. Quali sono gli sbocchi di mercato del Bambù? Come faccio a ritagliarmi una fetta di mercato? Sono queste le cose da aggiungere a tutta questa descrizione. Non basta parlare delle caratteristiche del Bambù, qual’è la loro produttività e la loro resa, se non si sa come venderlo.

    1. Non tutti i bambù sono uguali, quindi andrebbe individuata la specie per capire a quale utilizzo può essere destinata.
      Ci servirebbero foto delle varie parti della pianta compresi i germogli, comunque non è cosa semplice!

  30. Sono la signora Servi Anna Rita come le dicevo ieri sarei interessata ad avere delle informazioni riguardo all’ acquisto di qualche piantina ad uso ornamentale. Ed altre tipo di informazioni

      1. Daniele Soave

        Salve Giuseppe, il manuale per la coltivazione del bambù parla di un PH tendenzialmente acido.
        La specie da noi coltivata, il bambusoides madake, non presenta differenze di sviluppo anche se coltivato nei terreni con PH più alti

        1. a ph elevati, oltre il valore di 8, la disponibilità di Azoto per la pianta è fortemente limitato, e considerando che per la coltivazione specifica il nutriente più importante è appunto l’Azoto, direi che rischiamo da subito una crescita stentata della pianta. Quindi terreni leggermente acidi ok. Alcalini, direi NO.

          1. Giancarlo buona osservazione a riguardo dell’azoto con ph alcalino!
            Il madake ci sta comunque sorprendendo anche in quelle condizioni.

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