Le lavorazioni principali, quali Aratura, erpicatura e messa a dimora delle piante vengono effettuate solo la prima volta, dopo di che le piante madri avanzeranno in tutta la superfice a disposizione, senza la necessità di dover più lavorare il terreno e impiantare nuove piante. ​

Preparazione impianto bambu gigante madake

Esposizione/Conformazione del terreno

 

A pieno sole

Sconsigliati terreni che superano il 15% di pendenza a causa della perdita di produttività.

Aratura

Effettuare un’aratura profonda 40/50 cm. allo scopo di smuovere e rivoltare la parte superiore del suolo, generalmente costipata e indurita a seguito della precedente coltivazione o del suo inutilizzo. Il rovesciamento del terreno consente il soffocamento e la distruzione delle infestanti esistente, permette l’interramento dei residui colturali e dei concimi minerali e organici, aumenta la sofficità, l’aerazione e la permeabilità del terreno, aumenta la quantità d’acqua immagazzinata dal terreno migliorando i processi di unificazione della sostanza organica.

Erpicatura

Dopo l’aratura e dopo aver atteso il tempo necessario di riposo per quest’ultima si procede con l’erpicatura, effettuata con erpice rotante, lo scopo è rompere le zolle dell’aratura e sfarinare il terreno. 

buche

A pochi giorni di distanza dall’ultima lavorazione del terreno (l’erpicatura), vanno realizzate le buche che ospiteranno le piante madri. Il terreno sarà molto soffice e penetrabile in quel momento, al punto da poter realizzare le buche con un semplice badile, dato anche il numero di piante, non eccessivo, da mettere a dimora. La dimensione delle buche è circa 40x40x40 in modo da ospitare le zolle di terra dei mastelli diametro 40 cm. in cui si trovano le piante madri BambuTigre. Dove necessario si dovrà intervenire con concimazione organica localizzata a ridosso delle piante. Le piante madri appena messe a dimora andranno bagnate abbondantemente, considerando almeno 30 lt. per pianta.

L'irrigazione

L’irrigazione rappresenta uno dei fattori che influenza in modo determinante la velocità di sviluppo di un bambuseto e influisce sull’accrescimento del diametro dei nuovi germogli.

Il periodo di germogliazione è il momento in cui un bambuseto ha bisogno di più acqua.

Per garantire un regolare sviluppo del bambuseto è consigliato irrigare le piante due o tre volte a settimana nei periodi da maggio a settembre, escluso le precipitazioni del momento.  Nei primi 3 anni della coltivazione del bamboo Madake le quantità di acqua utilizzate sono contenute, simili alla coltivazione del mais, ( indicazioni precise potranno essere fornite dopo le analisi della tessitura del terreno) successivamente si affronterà un periodo di irrigazione più intenso dopo di che, il consumo idrico è destinato a scendere gradualmente grazie all’enorme quantità di pacciamatura naturale che si verrà a formare e grazie all’ombra perenne che avremo al di sotto delle chiome del bambuseto, fino ad arrivare ad una condizione di auto-sufficienza.

Apporto idrico

Sottolineo l'assoluta necessità di irrigare nei mesi che vanno da aprile a settembre, in modo intenso e regolare, applicando fino a tre cicli a settimana se necessario, così facendo alimentiamo sia lo sviluppo dei germogli che nascono nel periodo che va tra maggio e giugno e sia l'apparato rizomatoso che nel periodo successivo inizia la fase di colonizzazione. I mesi di marzo, ottobre e novembre di norma risultano abbastanza piovosi da poter fare a meno dell’irrigazione, come del resto i mesi di dicembre, gennaio e febbraio.

la pacciamatura

La pacciamatura è uno strato di materiale organico che ricopre il terreno intorno la pianta, la cui presenza garantisce importanti effetti positivi. Tale materiale deve essere biodegradabile, come sfalci di erbe, foglie secche, paglia, corteccia, ghiaia, lapilli, tessuto non tessuto o film plastico biodegradabile.

La pacciamatura è un operazione da effettuare 2 volte l’anno.

Con la corretta esecuzione e le giuste tempistiche, la pacciamatura offre i seguenti vantaggi:

  •  Protezione del terreno dalle erbe infestanti, quindi niente diserbanti.
  • Protezione del terreno dagli agenti atmosferici, come forti piogge e caldo torrido.
  • Protezione del suolo dal freddo, mantenendo così una temperatura mite.
  • Conservazione dell’umidità e della temperatura, grazie alla riduzione dell’evaporazione ma con conseguente aumento dell’irrigazione, almeno nella fase iniziale, in quanto lo strato pacciamante può assorbire grandi quantità d’acqua prima di saturarsi e lasciare che l’acqua penetri nel terreno.
  • Formazione di humus e conseguente arricchimento nutritivo del terreno, quindi vantaggi sull’aspetto produttivo.
  • Riduzione dei fenomeni di erosione e compattamento del terreno.

pulizia impianto

Questa è un attività personalizzabile pur mantenendo una linea guida che segue una regola fondamentale, non compattare troppo il terreno con il passaggio di mezzi agricoli nel terreno, ciò ostacolerebbe l’uscita di nuove piante proprio nelle zone troppo compatte, con il risultato negativo della perdita di produttività.

Si può agire quindi con le seguenti alternative:

  1. Seminare azoto-fissatori, (consiglio l’erba medica che ha una durata dopo la prima semina di circa 4 anni), con doppio scopo; fissare l’azoto e contenere le infestanti.
  2. Diversamente, possiamo lasciar crescere le infestanti, che comunque portano benefici al nostro terreno, restituendo materia organica al suolo e mantenendo la superficie fresca in estate e calda in inverno, contiene inoltre, nelle zone ventose, il rapido essiccamento del suolo.

A questo punto subentra una decisione soggettiva:

  1. Falciare le infestanti sull’intera superficie coltivata, questo se si vuole avere un impianto impeccabile dal punto di vista estetico.
  2. Falciare le infestanti solo a ridosso dei nuclei vegetativi e tra un nucleo e l’altro, in modo da formare un percorso che facilita i controlli all’impianto d’irrigazione e agevola la  pratica della concimazione. (Consigliata)
  3. Falciare le infestanti solo a ridosso dei nuclei vegetativi, non considerando i percorsi, consapevoli delle difficoltà che ci saranno durante ogni intervento.

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