Domande e risposte

Domande e risposte sulla coltivazione di bambù gigante in Italia (2019)

Il bambù si può coltivare in qualsiasi terreno?

Quasi in tutti i terreni.
Conoscere la composizione fisica del terreno, la sua tessitura è importante per la conduzione e lo sviluppo del bambuseto, fare le analisi del terreno ci consente di capire se il terreno è adatto ad ospitare una piantagione di bambù oppure no.

Il macro nutriente indispensabile per la pianta di bambu è l’azoto. Il PH ottimale richiesto in genere dal bamboo è tendenzialmente acido, tra 7,5 e 8. Riscontriamo comunque un ottima crescita sia nei rizomi che nelle canne, anche con PH tra 8 e 8.7.

Chi può coltivare bambu gigante?

Chiunque abbia un terreno irriguo incolto ed un minimo di tempo da dedicare alla manutenzione e gestione della piantagione, all’incirca servono 40 ore annue concentrate prevalentemente da Marzo a Settembre. Non serve avere esperienza nel settore agricolo e più che mai essere dotati di attrezzature agricole, ricordiamo che mezzi agricoli sono necessari solo per la preparazione del terreno pre impianto, dopo non servirà l’ausilio di attrezzature per la gestione del bambuseto.

Il bambu ha bisogno di acqua? In che quantità?

L’elemento acqua nella piantagione di bambù è fondamentale.
Andranno effettuati 2 cicli di irrigazione a settimana, dando un centinaio di litri a pianta. Parliamo di 2000 lt a ciclo avendo 20 piante madri, 4000 lt a settimana. L’irrigazione inizia ad Aprile per poi terminare a settembre.
I mesi in cui assolutamente non deve mancare l’acqua sono Aprile, Maggio e Giugno, sapendo che a Maggio-Giugno il madake germoglia.
Per le prime 2 germogliazioni i quantitativi d’acqua saranno simili a quelli descritti in alto.
Dalla seconda germogliazione i quantitativi andranno ad aumentare in modo proporzionale all’espansione del nucleo vegetale in formazione, cioè da tutte le piante nate da una singola madre.
La quantità d’acqua richiesta da una foresta di Madake avviata, va dai 400 ai 600 metri cubi per ettaro.
I dati variano in base alla capacità di drenaggio del terreno, alla zona geografica e all’altitudine.
L’impianto d’irrigazione da realizzare è semplice, basta creare la linea di tubo lungo la fila di piante, per poi posizionare un punto d’irrigazione prima e dopo la pianta.
Sconsiglio l’irrigazione a goccia in quanto non bagna una porzione di terreno adeguatamente grande considerando la velocità di sviluppo dei rizomi del bamboo.

Dopo quanti anni inizia il raccolto di canne di bambù?

Il primo taglio si avrà tra il settimo e l’ottavo anno e da quel momento ogni anno si taglierà.
Il primo taglio rappresenta l’inizio di una nuova fase, quella produttiva, che in termini di quantità e redditività andrà a crescere con il trascorrere degli anni.
Non servirà più curare l’impianto in quanto avrà raggiunto una sua indipendenza per la crescita e lo sviluppo.
Resterà solo la potatura, quindi il taglio annuale dei culmi di bamboo che porterà a reddito l’impianto.
Il taglio annuale sarà pari ad 1/3 della superficie della foresta di bamboo.
Si taglia un terzo delle piante disponibili, perché questo è il giusto rapporto che fornisce lo stimolo necessario al bambuseto di madake per generare nuove piante l’anno successivo.

Quali caratteristiche devono avere le piante madri per avviare al meglio la piantagione di bambù ?

Iniziamo col dire che con piante troppo piccole si incorre in una serie di inconvenienti inevitabili che rallentano lo sviluppo e addirittura portano ad una percentuale molto alta di moria tra le piante madri stesse.
Le piante farebbero un enorme sforzo per contrastare tutte le avversità del pieno campo, i topolini rosicchierebbero le radici ancora tenere, il vento le potrebbe spezzare, ecc.
Le piante riprodotte in micro-propagazione poi sono penalizzate ancor di più, vengono da un’ambiente troppo protetto ma ancor peggio non si ha la certezza che questo tipo di riproduzione conservi le caratteristiche naturali della pianta.
Quindi consiglio sempre piante riprodotte in modo naturale e con una dimensione non inferiore ai 2 mt, facendo attenzione anche alla dimensione del mastello che non deve essere inferiore ai 30 cm di diam. così da vere maggior tutela sulla dimensione dell’apparato rizomatico e conseguentemente avere maggiori garanzie sull’attecchimento delle piante ed un immediato sviluppo delle stesse nel terreno.

Come si sviluppa una piantagione di bambù?

Il bambù non è un albero, ma bensì un erba legnosa che dalla sua nascita (germoglio) riesce a divenire pianta adulta nel giro di soli 60 giorni, questo ciclo di germogliazione avviene una volta l’anno per un mese circa ad esempio nel Madake tale ciclo avviene tra Maggio e Giugno.

Ogni anno quindi vedremo il nostro bambuseto crescere e svilupparsi attraverso la germogliazione e di anno in anno assisteremo all’accrescimento dimensionale dei nuovi culmi (canne), infatti nasceranno canne sempre più grandi sia in diametro e conseguentemente in altezza.

Dopo la sua trasformazione in pianta il bambù ha bisogno di numero di anni (nel Madake 3 anni) per la maturazione in legno, trascorso questo tempo infatti  lo spessore della canna è cresciuto verso l’interno del culmo, conferendo forza e flessibilità al culmo stesso, che sarà quindi pronto al taglio e alla commercializzazione.

Quali sono le rendite previste per il coltivatore?

Le rendite da un bambuseto di Madake derivano principalmente dall’utilizzo del culmo di bamboo come materia prima legname, considerando le sue straordinarie caratteristiche qualitative, il Madake è idoneo sia per l’utilizzo del culmo grezzo per realizzare piccole strutture come gazebi, porticati ecc, sia per la realizzazione di prodotti lamellari come pavimenti, pannellature, travi lamellari ed altro. Considerando solo quest’utilizzo si può affermare che a regime un bambuseto di un ettaro ci dà una rendita di circa trentacinquemila euro annui. Vi sono poi altre forme di reddito in un bambuseto, ad esempio l’utilizzo del fogliame nel settore cosmetico, i rami per la produzione di cippato, il recupero del rizoma lungo i canali di contenimento della piantagione per realizzare la radica di bambu.

Chi ci garantisce che fra 10 anni il fatturato sarà lo stesso?

Questo nessuno può affermarlo con certezza, dobbiamo considerare però come possibilità, una variazione del prezzo sia in aumento che in diminuzione, in quanto da studi recenti è emerso che per l’Europa serviranno nei prossimi 35-50 anni coltivazioni di bambù pari a 35.000 ettari, oggi siamo a meno di 2000. Questa considerazione ci dà rassicurazioni sul mantenimento del prezzo per molti anni.

Come fa una canna di bambù ad essere considerata di pregio?

Sono molteplici gli aspetti da considerare. In primo luogo la specie di bambu presa in considerazione , in quanto ogni specie ha delle caratteristiche specifiche sia considerando l’aspetto qualitativo del legname che ne deriva, sia considerando la forma estetica della canna ad esempio regolarità tra gli internodi, regolarità nel diametro ecc.

Poi vi sono aspetti che riguardano la coltivazione, una giusta concimazione che non vada ad alterare la struttura della parete del culmo, una giusta cura nella gestione del bambuseto con potature mirate ad evitare una densità eccessiva che aumenterebbe la probabilità di avere canne con difetti estetici. In ultimo vanno considerati i trattamenti posto taglio che principalmente riguardano l’eliminazione di parassiti all’interno del culmo.

Quanto costa avviare una coltivazione?

Avviare una coltivazione di bambu, oltre il costo per l’acquisto delle piante madri, richiede veramente poco investimento di capitali. I costi da sostenere sono per la lavorazione del terreno, quindi aratura ed erpicatura, circa 500/600 euro per ettaro utilizzando un terzista ed una linea di irrigazione che a seconda della tipologia della fonte idrica (pozzo, consorzio di bonifica ecc) oscilla per la realizzazione tra le 500 e le 1500 euro per ettaro.